lunedì 22 settembre 2014

VUOTO E TAO

"Shiatsu no kokoro wa ah ah gogoro o seba inoshi no izumi wa ku"

Questa è una frase giapponese che ho dipinto su alcuni quadri esposti in casa e spesso mi capita che persone che vengono a trovarmi, mi chiedano cosa vuol dire.
E' proprio da questo che vorrei partire per spiegare nel dettaglio il concetto di Vuoto e Tao.

Nel taoismo, è presente una terza parola fondamentale nella comprensione della Natura-Madre. VUOTO è il nome con cui si pronuncia questo mistero.
Il vuoto è uno degli attributi della madre stessa ed indica un punto o area, o niente che c'è all'origine di tutto.
Il "Tao Te Ching" ne parla definendolo il mozzo della ruota, che congiunge i 30 raggi, la cavità dell'otre o le finestre che adornano una casa, spazi vuoti che servono a renderla abitabile. Il Vuoto è anche la realtà ultima di questo universo manifestato, tanto è vero che, anche nelle pratiche buddiste, è uno dei 23 principi di realtà. Viene chiamato Anatta in lingua Pali (la lingua che si parlava al tempo di Buddha). Gli altri due sono "Anicca" e "Dukkha".
Chiaramente questo è un concetto psicologico che si avvale però di una concezione comune a tutta la cultura orientale e cioè che tutti i fenomeni del mondo manifestato, non hanno nessuna realtà. La realtà è Maya (illusione) e ogni fenomeno è privo di una qualsiasi realtà, appunto vuoto.
La conferma verrà poi da una parte della scienza occidentale che è sempre stata la più perspicace e cioè la fisica quantistica. I fisici hanno dimostrato, circa 2500 anni dopo Buddha, che l'intero universo è formato da piccole particelle subatomiche, che continuano a cambiare e a divenire onde o particelle, compreso il corpo umano. Quindi niente è stabile e fermo in questo universo; tutto muta e si trasforma.

Il Vuoto all'interno della concezione Taoista, viene osservato come origine e ritorno al quale si va. Anche in questo caso, viene chiamato TAO.
Nella concezione buddista tutto lo sforzo di concezione è diretto verso l'esperire con le tecniche questo stato di Vacuità ed eventualmente raggiungerlo consapevolmente  ed integrarsi in esso (stato di Nibbana). Nel taoismo invece è stato sottolineato maggiormente l'aspetto vitale e di gioia, sempre con gli occhi ben aperti, che la condizione di esistenza umana può favorire (ad es. guardo un bel tramonto, mangio un buon pasto, sono presente o bacio il mio innamorato).
Per cui il Vuoto è in realtà uno spazio tempo che non c'è e dove non c'è nulla, ma che favorisce è partorisce la nascita della vita.
Tutti i luoghi oscuri e vuoti come le caverne, per i Taoisti sono luoghi di rinascita. Xue, In cinese "punto", è simboleggiato con l'immagine di una caverna dove l'energia può trasformarsi e rinascere. L'utero è un punto misterioso dell'essere femminile, vuoto quando la donna non è incinta che diviene pieno di vita con la gravidanza. L'analogia tra utero cosmico e utero femminile, è presto fatta. Il Cosmo, parimenti all'utero femminile, è il luogo di generazione e nascita dell'esistenza. I taoisti parlano anche dell'efficacia del Vuoto per cui è grazie al suo potere che il mozzo converge i 30 raggi e la ruota può girare.
Così nella pratica morale, (cioè di condotta di vita) io emulo il più possibile questa Vacuità per essere felice e in aderenza con il cosmo. Il Vuoto diviene allora, anche una pratica di Vita. Wu Wei è la parola cinese per cui si disegna la Non Azione. Gli occidentali tendono ad interpretare questo concetto come pigrizia o lassità degli orientali. Tutt'altro! Il Wu Wei è un vero impegno all'attenzione e all'esserci! La mente è presente, il corpo è vivo e "non c'è nulla che non venga fatto".
In questa parte, si fa riferimento a tecniche "yogiche" di autoconoscenza, ma no c'è sforzo o lavoro; si potrebbe chiamarlo "arrendersi alle forze della vita con attenzione e anche dolcezza".
L'ideale taoista è chiaramente il saggio che cerca di emulare il cielo e la terra (prime due energie cosmiche generate da Tao) purificando la mente ed i visceri.

 Nello Shiatsu il vuoto esiste nella pratica, nel silenzio con cui si fanno i trattamenti; esiste nei meridiani, fisici ma invisibili; nell'osservazione intuitiva, che guarda oltre il fenomeno fisico; nello scopo che è quello di rimettere in piedi il ricevente ricordandogli il suo esistere, equilibrando la sua vita e purificando i suoi visceri; nel respiro che si usa nel compiere le manovre; e anche nella concezione originaria di vuoto-fenomeno che sottostà a tutte le manifestazioni e che rende possibile le trasformazioni e quindi anche il raggiungimento di un nuovo stato di salute. E' grazie al Vuoto che possiamo cambiare la vitalità di una persona rinforzandola, togliere il dolore ricordando alle sue cellule, il loro stato originario di completezza, curare i piccoli e grandi malanni attivando il Qi. E' grazie a questa bellissima tecnica orientale legata alla Madre che ricordiamo ancora di essere umani, esistenze del creato che hanno il dono incredibile di Vivere e guardare la propria vita.
Il Vuoto è anche quindi, un concetto che ispira la contemplazione, il non movimento, l'assoluta immobilità come qualità peculiare di una mente che è capace di fare quello che vuole attraverso la concentrazione, una mente che, a detta del Dalai Lama, è originalmente positiva e pura.
Nel vuoto noi vediamo tutto, come siamo quello che facciamo e anche come possiamo cambiare. Il vuoto è nostra Madre ed il contatto con lei non può che aiutare positivamente il nostro corpo e soprattutto la nostra mente.

(da shiatsu news n° 22)