domenica 27 dicembre 2015

ESPRESSIONE E COMPRENSIONE DELLE EMOZIONI


Uno degli argomenti che mi stà piu’ a cuore…quello delle emozioni! Argomento che è stato affrontato anche nell’ultimo convegno nazionale Fisieo di Genova 2015 a cura del porf. Pio Enrico Ricci Bitti. Qui di seguito uno spaccato dell’intervento tratto da Shiatsu news n°49.
E’ stato detto che fra i temi principali ci sono emozioni ed interesse per il corpo come comunicazione, ma molte cose in molti ambiti e contesti sono cambiate. E’ utile riconsiderare e correggere alcuni errori concettuali importanti che fanno parte della nostra realtà. Si pensa che le emozioni siano dei fenomeni che svaniscono, transitori e che arrivano ogni tanto. La cosa non è assolutamente vera! Diverse ricerche affermano che le emozioni sono un fenomeno costante, non solo durante il giorno ma anche durante la notte, attraverso i sogni.
Di queste esperienze emotive, solo alcune vengono integrate a livello delle corticali superiori e producono consapevolezza. Un altro tema che va corretto, sono queste dicotomie che si sono cristallizzate nell’antichità, dove la distinzione tra corpo e mente è presa come un concetto vero e certo; ciò è errato!.
Le emozioni sono il frutto di un concetto cognitivo e non solo, ma il processo emotivo è anche sempre sotto regolazione e monitoraggio dei processi cognitivi. Un altro aspetto è quello delle emozioni perturbanti: nell’ambito medico sanitario, il pregiudizio che le emozioni possano far male, è sbagliato. La verità è che le emozioni ci sono, sono costanti e sono adattive. 140 anni fa Darwin aveva già capito tutto ciò; ci sono voluti 100 anni per vedere tale teoria corretta. Qualcuno paragona le emozioni a dei cuscinetti che aggiustano e attutiscono i cambiamenti dell’organismo e in tutto questo l’unità mente corpo è assolutamente protagonista. Noi veniamo da una tradizione, da un modo di pensare in cui è stato fortemente sottolineato solo il vissuto, l’aspetto soggettivo dell’emozione: prende corpo nel momento in cui l’individuo è consapevole dell’emozione che sta attraversando. La risposta emotiva è formata da diverse componenti; nella risposta emotiva ci sono diversi aspetti di cui il vissuto (sentimento) dell’emozione è un aspetto soltanto e non sempre presente. Queste componenti ci permettono di capire il perché le emozioni hanno una funzione adattiva e a rispondere nella maniera più efficace possibile.
La persona:
1)      Interagisce con vari processi ed eventi e ne fa una risposta interna
2)      Ne produce un processo valutativo
3)      Si ha un significato dell’evento, la soggettività del sentimento
4)      La risposta è fatta da aspetti che interagiscono gli uni con gli altri
Un secondo aspetto è quello corporeo: ogni risposta emotiva ha implicazioni a vari livelli del nostro organismo. Tutti gli apparati hanno modo di rispondere alla sollecitazione emotiva, in modo soggettivo. La pelle d’oca, è una percezione soggettiva alla risposta emotiva. Un altro aspetto importante è quello espressivo. Le emozioni che si provano, tendenzialmente, si manifestano attraverso il corpo e questa ricchezza di espressività emozionale è una dote particolare e impediente dell’essere umano. Servono per segnalare all’interlocutore il nostro stato d’animo, in modo particolare nelle relazioni interpersonali. Volto, modulazione vocale, voce ma anche i ritmi del parlato, i fenomeni di esitazione, sono modalità per esprimere il nostro stato emotivo. Un terzo capitolo è rappresentato dalla gestualità specifica del corpo, ma alcuni in particolare esprimono emozioni. I movimenti di adattamento o di aiuto manipolazione, sono modi per esprimere con manovre sul nostro corpo, emozioni di tensione fino al sanguinamento. Ci sono poi le posture del corpo, come le spalle cascanti piuttosto che il rilassamento del depresso, che ci fanno capire l’emozione che la persona di fronte a noi sta provando in quel preciso momento. Possiamo ad esempio, se una persona ha un determinato problema attraverso il suo modo di camminare o di muoversi nello spazio. L’essere umano non si limita a provare le emozioni ma entro certi limiti, prova a direzionare e regolare le proprie emozioni. Secondo un’antica visione, il fatto di non tenere le nostre emozioni sotto controllo, ci porta a disturbi e patologie: sicuramente è importante trovare un modo di vivere e sperimentare le nostre emozioni, che possono avere un effetto negativo e condizionante sull’individuo. Regolare le emozioni, vuol dire determinare quali emozioni provare in rapporto a certi eventi, come manifestarli: le relazioni sono momenti di esteriorizzazione, espressione e regolazione importantissime per le emozioni.
Il monitoraggio “proprio”, quindi avere consapevolezza e contatto con il proprio io interiore, è utile per manifestare emozioni. Oggi la regolazione può avvenire in più modi: possiamo agire a livello anticipatorio agendo sugli eventi e sull’interpretazione degli eventi, sulla risposta emotiva o sugli eventi stessi. Questi sono frutto della nostra scelta, delle nostre stesse emozioni. Agire sulla valutazione degli eventi vuol dire usare la capacità della mente di guardare la realtà come più ci fa comodo. E’ possibile oltretutto agire sulle componenti della risposta; tempo fa si pensava non si potesse, ma con determinate pratiche corporee è possibile agire immediatamente. Possiamo governare anche la nostra mimica facciale, con aspetti culturali ed emotivi che facciamo estremamente nostri, ma ci sono situazioni in cui siamo messi duramente alla prova, con un dispendio psichico estremo. In questi casi si sono dimostrate delle evidenze scientifiche in cui si comunica con le emozioni e le si regola. Per esempio, una perdita può ferire e bisogna che questa ferita si rimargini con le emozioni stesse. E’ auspicabile in questi casi, non rimuginare il proprio dolore ma è fondamentale esternare le proprie emozioni con qualcuno di molto importante per noi, e in forme simboliche (parole, oppure su un diario personale). La regolazione avviene sugli eventi, sui loro processi valutativi, sulla risposta emotiva e la regolazione di residui emozionali intensi.
C’è un intreccio tra tutti questi aspetti e fra le componenti della risposta emotiva. Regolare i processi fisiologici, produce un modo di assorbire le emozioni in modo soggettivo. Reprimendo le risposte espressivo motorie delle emozioni, ne risentono tutti gli apparati.
Certi processi mentali producono delle conseguenze sulla risposta di difesa (immunitaria). Noi possiamo esteriorizzare le emozioni in due modi:
L’espressione non verbale e spontanea, in contemporanea con l’ emozione che si sta provando
Simbolica, quindi verbale, volontaria ed intenzionale
La relazioni interpersonali sono facilitate dall’interazione emozionale. L’espressione è un processo innato e spontaneo e dispone di un apparato neuro motorio che produce l’espressione, in base all’emozione che sta provando. L’esposizione dei nostri interlocutori di volta in volta delle proprie espressioni è da noi immagazzinata affinchè le si riconoscano a loro volta.
Il contatto fisico è limitato ai giorni nostri: evolutivamente, in passato esso era di grande rilievo. Molto importante era il carattere olfattivo che in alcuni casi è utilizzato anche oggi. Esprimere e riconoscere le emozioni ai fini dell’adattamento sociale, è un argomento a sé. Ciò facilita e rende efficaci le relazioni interpersonali. Questi due processi erano ritenuti prevalentemente indipendenti: l’espressione è un processo innato e spontaneo, non si impara ad avere l’espressione da arrabbiato. L’apparato neuro motorio nel momento stesso in cui si prova quella determinata emozione, agisce e produce l’espressione; a sua volta, le regole su base socio culturale sono apprese nel tempo, ma il repertorio di cui disponiamo è presente in tutti i membri della specie. Il riconoscimento si dice sia un processo appreso. La rappresentazione delle emozioni fondamentali è un elemento presente nel cervello dell’essere umano. Le azioni attivano nell’individuo determinate strutture che fanno capire l’emozione provata dall’altro e permette agli individui di essere empatici l’uno con l’altro.

L’empatia in un rapporto di condivisione delle emozioni è molto importante, e la comprensione è ad un livello superiore. A livello facciale possiamo comprendere l’emozione e ricollegarla al nostro schema mentale, per creare un’empatia tra i due individui in questione. Alcune emozioni non possiedono una manifestazione facciale, come il senso di colpa o la vergogna. La comprensione e l’empatia non sono indipendenti dall’osservato e dall’osservatore, ma sono strettamente dipendenti l’una dall’altra.