mercoledì 25 novembre 2015

IL GIUDIZIO

In tanti anni di studi shiatsu, una delle prime cose che mi hanno insegnato, è stata proprio quella di non giudicare il nostro ricevente ma di dargli modo di comprendere attraverso un lavoro di valutazione del suo stato energetico generale, la sua personale condizione psico fisica così che possa attraverso i sui mezzi, riuscire a gestire al meglio le proprie disarmonie.
Detta così ed in tale contesto, cioè  di trattamento, è molto semplice, ma dobbiamo pur fare i conti con una delle realtà piu’ grandi che l’uomo occidentale teme……ed è proprio la paura di essere giudicati.
La difficoltà di mostrare con chiarezza le proprie emozioni, è uno dei limiti piu’ grandi che porta all’incapacità di essere se stessi e quindi mostrare agli altri cio’ che nella realtà spesso non si è. A cosa serve tale atteggiamento se non per celare il timore di essere giudicati?
I noti meccanismi di difesa vengono in nostro aiuto li dove siamo piu’ vulnerabili creando una maschera che ci fa vedere da occhi esterni al meglio delle nostre condizioni così che il giudizio possa apparire positivo.
Purtoppo l’uomo occidentale preso dalla smania di mostrare il suo profilo migliore, spesso tralascia dettagli che agli occhi piu’ sottili non sfuggono e fanno notare quello che in realtà il corpo o la mente vogliono veramente esprimere.
Tutti noi abbiamo la capacità di giudicare, è insita in noi, a volte ci serve per sentirci coinvolti e spesso siamo empatici e proiettiamo inconsciamente noi stessi negli altri…. Lo stesso Jhames Needham diceva che noi non amiamo o odiamo qualcosa in un’altra persona fin che questa non rispecchia un lato di noi stessi percio’ nel bene o nel male, lo facciamo tutti.
Il punto è che per quanto possa infastidire, essere giudicati è necessario per poter comprendere al meglio noi stessi e cogliere il lato migliore di tale cosa, può soltanto rendere piu’ umile il nostro io che può finalmente anche per un solo istante gettar via quella maschera conformista e rapportarsi con un io piu’ profondo.
Ho imparato che dietro ogni azione, dietro ogni stile, dietro ogni parola e dietro ogni gesto tendenzialmente giudicabile, c’è tanto altro che non deve rendere il tutto superficiale…. Ho imparato ad andare oltre l’apparenza e ad andare oltre l’impatto visivo di chi abbiamo davanti. Lo shiatsu mi ha dato molti mezzi per fare questo e in sede di trattamento non faccio altro che osservare, ascoltare e trattare; solo così posso avere un quadro chiaro di chi ho davanti ma non come persona, ma come pura energia…..energia fisica, mentale, emozionale. E’ questo che faccio, non giudico il suo esterno, le sue parole o i suoi gesti, ma comprendo perché adotta tali gesti tali parole o tale immagine per capire nel profondo cosa lo contraddistingue energeticamente.
Le parole che dico lui, non sono di giudizio, ma di presa di coscienza di se stesso…. Una consapevolezza necessaria per dare un senso alle sue azioni.
Cercare ad oggi di gestire la questione giudizio con tale presunzione, è davvero cosa molto dura! Il timore di essere giudicati, prevale a tal punto che inibiamo lati del nostro essere e pensiamo subito che se ci giudicano è perché vogliono puntarci un dito contro dandoci un’etichetta. E’ vero che a volte (quasi sempre) le persone lo fanno in malo modo, ma sta a noi avere la capacità di distinguere il bene dal male di tale gesto. Lo stesso che giudica a sua volta viene giudicato per il suo giudizio….è un cane che si morde la coda… ecco perché la natura malsana di tale azione porta al lato piu’ distruttivo. Se invece s’impara ad andare oltre, si può rendere tale processo piu’ costruttivo per noi stessi e per gli altri. No si può sfuggire da tutto questo e allora incominciamo a porci delle domande invece di essere impulsivi; lo stesso tempo che mi prendo quando faccio shiatsu….. ascolto, osservo, tratto e traggo le mie conclusioni. Tutto è sottile…. Tutto non è immediato, tutto non è superficiale….. manchiamo di pazienza e di capacità di ascolto; si perde tempo a farlo ecco perché è piu’ semplice fermarsi alle apparenze.
Incominciamo a dare tempo al tempo ed anche la considerazione che abbiamo per noi stessi e per gli altri in parametri di giudizio, assumerà un’altra forma,  quella del rispetto!
Un saluto
Dario