lunedì 17 luglio 2017

COMUNICARE PER CAMBIARE...

Buongiorno a tutti...
Già tempo fa, affrontai l'argomento che riprenderò in questo post e già al tempo muovevo le mie preoccupazioni in merito arrivando ad oggi, ancora più perplesso e preoccupato.
Parlo della qualità energetica che negli ultimi anni sta caratterizzando le persone che tratto e che mi fa capire come la nostra società attuale, renda tutti noi vulnerabili allo "stress", alla pressione fisica e psicologica, ma soprattutto all'incapacità di far circolare gli stati emotivi.
Mi trovo spesso a parlare di emozioni e di come queste abbiano un fortissimo potere su quello che può essere il nostro equilibrio non soltanto psicologico, ma anche fisico. Sappiamo che le emozioni influenzano la nostra postura e a seconda dell'emozione che proviamo...o meglio che somatiziamo, questa si focalizza su una parte del nostro corpo fino a creare stati tensivi, rigidità, dolori articolari, contratture, blocchi diaframmali (difficoltà a respirare), ecc ecc.

Ciò comporta a sua volta un disagio riflesso al mondo esterno rendendoci ad esempio ansiosi nelle situazioni, irrascibili, spossati, e così via rendendo la nostra vita come spesso i miei riceventi dicono, stressante.
Ma cos'è lo stress? Lo stress in realtà per quanto si possa associare occidentalmente ad un fattore negatico, è necessario nella nostra vita, perchè è in grado di creare quelle condizioni tali in cui aumenta la produzione di adrenalina stimolando le ghiandole surrenali in grado così di sostenere i carici e gli impatti sia fisici che psicologici. 
Il problema nasce quando veniamo travolti da un'insieme di eventi definibili "stressanti" ed il nostro corpo/mente ad un certo punto cede il passo alla rassegnazione senza reagire agli stessi.
Ho usato il termine rassegnazione non a caso, perchè molto spesso mi capita parlando con i riceventi, che usano toni frasi e parole di rassegnazione per esprimere un loro disagio. 
Questo mi fa capire che da parte loro non c'è lo stato di reazione al problema stesso, ma cercano in me o in altre realtà, una soluzione a breve termine per stare meglio. Da qui mi rendo conto che le persone non capiscono che per poter star bene, bisogna lavorare molto su se stessi e vedere il mio lavoro come un mezzo per armonizzare il loro stato fisico e mentale, ma che per mantenerlo e dare un senso a tutto quello che si fa, devono avere una costanza nel prendersi cura di se stessi... alimentazione, attività fisica, esternazione emozionale, relazione fattori interni ed esterni. solo così si ha consapevolezza al meglio del proprio problema e conoscendone le dinamiche, si può convivere con esso senza sentirne il peso.
Ci sono disturbi non radicalmente mutabili, ma ciò non vuol dire che non possano avere una qualità diversa...quindi più accettabile! nel momento in cui noi stessi siamo in grado di accettarli! 
Mi rendo conto che ci sono dinamiche molto affini tra quasi tutti i miei riceventi e spesso escono fuori gli stessi meridiani (legno, terra, acqua)... posso tradurli come eccesso di attività mentale (terra) ed incapacità decisionale (legno) e ansia da prestazione (acqua). Quando nella realtà dei fatti, questi elementi se funzionali, avrebbero un senso come capacità di ragionamento e concretizzazione (terra), prendere una direzione con annesse responsabilità e capacità gestionale (legno) e fluidità ed adattabilità alle cose che non conosciamo (acqua). Molto spesso l'elemento terra è di grande prevalenza durante i miei trattamenti e capisco che le persone fanno dei veri e propri viaggi mentali rimanendo inevitabilmente incastrati nei loro pensieri che con il tempo diventano ossessivi. Il corpo di tutta risposta, non può far altro che proteggersi e così incomincia a somatizzare tutta una serie di tensioni a partire dalle spalle e dall'infrascapolare. Il tutto si trasforma nel tempo in una rigidità articolare (tipica del legno) soprattutto quando non diamo direzione al nostro corpo prendendo decisioni. tutto ciò influisce sul nostro equilibrio mentale che scava nel profondo tirando fuori le nostre paure ed ansie (acqua). 
Oggi si vive molto di imagine ed apparenze e vogliamo che gli altri vedano in noi sempre il lato migliore... prendo esempio dai vari social dove nella maggior parte dei casi è li che deviamo il nostro status. La capacità comunicativa verbale si sta un po perdendo lo stesso vale per la comunicazione emozionale.. si teme la vulnerabilità e la capacità di entrare in contatto fisico e mentale con le altre persone diventa così sempre più lontana. Oggi si cela dietro una chat o su facebook dove i filtri diventano tantissimi e viene molto più facile nascondere gli stati d'animo... o meglio, è più facile dare una chiave interpretativa personale dei vari stati d'animo. La freddezza di una scrittura digitale non potrà mai dare un'emozione completa come quando si può percepire il calore di uno sguardo che ti parla a 4 occhi potendo così leggere in chi si ha avanti, tutte le sue espressioni fisiche ed emotive. 
Quando tratto, questi aspetti vengono fuori perchè l'eccesso di controllo per non far emergere le debolezze in chi ci guarda dall esterno, in trattamento  crolla e così succede che c'è chi incomincia ad essere veramente se stesso...cosa stupenda ed eccezionale se lo si accoglie come un evento di cambiamento e movimento, che per quanto destabilizzante inizialmente (perchè posti davanti la vera realtà dei fatti), diventa nel tempo il punto di partenza sul quale lavorare per stare meglio. Accogliere, consapevolizzare, comunicare, accettare...sono solo alcune parole che dovremmo incominciare a tenere in cosiderazione se vogliamo uscire da questo schema sociale che contraddistingue i nostri disagi... ho iniziato a fare shiatsu perchè era una tecnica mai uguale e mai banale... non voglio ritrovarmi ad oggi a trattare le stesse dinamiche solo perchè la vita di ognuno di noi viene assorbita da meccanismi standardizzati... si può uscire da questo circolo vizioso! Incominciate a socializzare con le persone, parlate con loro, esprimete le vostre emozioni...tutte! Abbracciate chi amate, sorridete a chi non conoscete e fatevi sostenere e sostenete... siate vivi!
Il primo passo è sempre l'accettazione di se stessi e di ciò che siamo in grado di fare per noi e per gli altri... quindi facciamolo!
Un saluto
Dario