Buongiorno a tutti,
ricordate la legge 4/2013? per i più distratti, è la prima vera legge che regolamenta e tutela le discipline bio naturali effettiva da questo febbraio circa e che ha lo scopo di tutelare attraverso le federazioni e le associazioni di categoria, la formazione di ogni operatore professionista indirizzando così l'utenza, sulla scelta di operatori qualificati. (tanto per sintetizzare).
Ho partecipato al convegno tenutosi a Milano in occasione di OLIS festival dove si affrontava questo argomento ed ho cercato di capire quali potessero essere i pro ed i contro di tale legge. Partendo dal presupposto che nonostante sia favorevole a questa legge, non nascondo alcuni dubbi e perplessità sulla vera capacità di applicazione e che tutt'ora sto cercando di valutare sotto tutti gli aspetti.
Non molto tempo fa, mi è giunta una mail dal portale mondo shiatsu gestito da Claudio Parolin che cerca in qualche modo di fare chiarezza su tale argomento facendo riferimento sia a fatti e sia ad una sua visione personale che in parte condivido ed in parte no. Vorrei pubblicarla, perchè ritengo giusto che tutti gli utenti interessati, abbiano una visione più ampia e possano avere degli elementi in più per poter giungere alle proprie conclusione in merito....cosa che farò anch'io, anche se i miei dubbi sono di natura diversa e che magari nei prossimi post, ve ne parlerò. Per ora, eccovi la mail giuntami:
"I FATTI:
a) In Italia (e in Europa) l’esercizio delle professioni è libero!
Fanno eccezione le professioni regolamentate, quelle per cui l’interesse generale è tale da risultare “prevalente” sulla libertà di professione. Queste professioni sono organizzate in Ordini e Collegi (medici, ingegneri ecc.) o sono comunque regolamentate da una legge nazionale (estetiste, fisioterapisti ecc.). In Italia sono troppe e frenano la libera iniziativa e l’economia perché ha prevalso una difesa corporativa di chi difende gli interessi di casta. Tutti riconoscono (a parole)che per dare impulso all’economia bisogna liberalizzare, cioè ridurre le professioni organizzate e, quanto meno, evitarne di nuove.
b) Ci sono quelli che vogliono una legge che regolamenti le professioni DBN
(vedi PdL Lucchese degli anni scorsi e raccolta di firme in corso ad opera di una associazione di Bologna che usa impropriamente il termine DBN intendendo in realtà MNC, medicine non convenzionali e parlando di pratiche terapeutiche)
c) Ci sono quelli che vogliono invece che la pratica delle DBN resti libera e accessibile a tutti. Si tratta poi di tutelare la qualità della formazione e dei servizi alle persone con normative e organismi adeguati. Chiarisco con un esempio: la professione dell’operatore shiatsu può essere svolta da chiunque sia capace (o così sfrontato da dichiararsi capace pur essendo un praticone improvvisato – ma è così in tutti i settori professionali liberi); ci pensa poi il mercato a tagliar le gambe agli incapaci e premiare i professionisti di valore.
d) Si può tutelare la qualità di scuole, formatori e operatori validi con un marchio di garanzia, un bollino blu apposto sull’attività di chi è in grado di assicurare servizi al cittadino/utente (trattamenti/consulenze e formazione) di buona qualità.
FIN QUI E’ CHIARO? PENSO DI SI’; TUTTI NOI DELLE DBN ABBIAMO ADOTTATO LE POSIZIONI c) e d).
Molti per convinzione, alcuni per opportunismo
LE DIVERGENZE NASCONO SULLE MODALITA’ DI COSTRUZIONE DELLE TUTELE CHE POSSONO ESSERE AFFIDATE A:
1) Registri Regionali (di Operatori e di Scuole e magari anche di Formatori) istituiti con Leggi Regionali che promuovono nel contempo le DBN sul territorio.
È la strada perseguita dal 2001 con la creazione delle DBN e l’approvazione di 10 leggi regionali in 6 regioni; alcune leggi regionali sono state abrogate dalla Corte Costituzionale (perché cadevano nell’errore di istituire nuove professioni regolamentate, compito riservato a leggi nazionali) tranne 2, quella toscana (ancora a mezza strada) e quella lombarda finalmente (dopo 8 anni) arrivata alla pubblicazione dei Registri Regionali con i primi iscritti (vedi www.ifl.servizirl.it).
2) Associazioni Professionali, libere e in concorrenza tra loro. È la via perseguita con la legge 4/2013 che disciplina le professioni libere (che restano libere), ovvero non organizzate in ordini e collegi.
MA IN REALTA’ LE DUE VIE NON SONO ALTERNATIVE E POSSONO BENISSIMO COESISTERE E PERFINO COLLABORARE. Basti dire che il Comitato Tecnico Scientifico (di seguito CTS) che ha in pratica tutti i poteri nell’applicazione delle legge lombarda (con la supervisione della Giunta Regionale, ovviamente) è formato unicamente da rappresentanti delle scuole DBN storiche e delle Associazioni Professionali storiche.
QUALI SONO LE DIFFERENZE ?
1) La via delle regioni (nell’unica realtà già arrivata a regime, ovvero la Regione Lombardia):
il Registro Operatori è composto dagli operatori che hanno una formazione completa regionale (Attestato di Competenza Regionale) o una formazione secondo i dettami del CTS e una esperienza lavorativa.
Il Registro degli Enti di Formazione è composto dalle scuole storiche selezionate secondo i parametri del CTS e gli Enti accreditati devono rispettano i parametri del CTS.
Quindi sono ambedue Registri estremamente qualificati e sotto il controllo puntuale della regione e del CTS (ovvero delle associazioni storiche delle DBN).
Sono Registri istituzionali di facile accesso e immediata consultazione sul sito della Regione Lombardia da parte di tutti i cittadini/utenti.
2) La via delle Associazioni Professionali: è caratterizzata dalle norme scritte dalla legge nazionale 4/2013; in sintesi:
a) le Associazioni Professionali possono essere iscritte (se rispettano determinati requisiti) ad un elenco tenuto dal Ministero dello Sviluppo (potevano già essere iscritte in passato ad un elenco tenuto dal Ministero della Giustizia)
b) le Associazioni Professionali possono inserire i propri iscritti in un elenco privato e rilasciare agli iscritti un “Attestato di Appartenenza” non di Competenza, ovvero una dichiarazione che attesta che Tizio è iscritto all’associazione e che per iscriversi sono necessari determinati requisiti formali e qualitativi (formazione, aggiornamento, assicurazione ecc.)
FINO A QUI I FATTI!
ORA IL PARERE
(mio, discutibilissimo ma alquanto autorevole o, perlomeno, informato, visto che sono un veterano esperto, che ho ideato le DBN e promosso le leggi regionali e nel contempo sono fondatore della FIS e dell’APOS, cioè ho promosso ambedue le vie).
1) Ribadisco le 2 vie non sono alternative per cui val la pena di portarle avanti entrambe, anche perché le Associazioni Professionali sono protagoniste e controllori (in quanto membri del CTS) delle Leggi Regionali.
2) Valutando il marchio di garanzia fornito a Operatori, Scuole e la tutela dell’ Utente è difficile non riconoscere che la credibilità e l’autorevolezza dei Registi Regionali (istituzionali) è più pesante e più rassicurante per il cittadino/utente.
I Registri Regionali (se costruiti secondo la ns. impostazione – vedi attuazione in Regione Lombardia e nuova proposta per la Sicilia) sono molto più garantiti perché pubblicati sotto la responsabilità dell’istituzione regione e costruiti dagli esperti storici del settore (il CTS è formato dai rappresentanti di scuole storiche e associazioni professionali storiche).
3) Le associazioni professionali sono enti privati che possono essere autorevoli e rigorosi, ma anche superficiali e truffaldini (ne conosciamo tutti dell’uno e dell’altro tipo) e i requisiti per l’ inserimento nell’elenco del Ministero sono basati su dati quantitativi (numero iscritti, servizi prestati ecc.) cioè numeri e soldi. Ed è molto difficile per il cittadino/utente distinguere quelli autorevoli dagli altri.
CONCLUSIONI (personali):
E’ evidente perciò che percorrere ambedue le vie (Registri Regionali e Associazioni Professionali) in sinergia è quanto di meglio possa esistere in un sistema di libera professione. Le Associazioni Professionali garantiscono i servizi e vigilano (attraverso i CTS) sui Registri Regionali. Le Regioni, su impulso dei CTS, emarginano le Associazioni Professionali di dubbia serietà.
E allora perché Apos, Fis e altre associazioni professionali boicottano i Registri lombardi in tutti i modi, leciti e illeciti?
Lecito è sconsigliare i soci dall’iscriversi, illecito è l’utilizzo di cariche istituzionali –es. vicepresidenza del CTS o cariche nel Direttivo – per bloccare le adesioni facendo perdere tempo nelle sessioni di valutazione delle domande.
La FIS e la IAS in realtà hanno sempre boicottato le DBN!
(il SuperBossAssoluto in realtà fa l’omeopata e ha una cultura medicale consolidata; ha ribadito anche nell’ultimo Convegno delle DBN a Olis festival in febbraio che le DBN sono curative, non interventi salvavita, ma comunque curano).
Ma l’Apos è stata la maggior promotrice delle DBN per 10 anni. Perché oggi boicotta?
Aiutatemi, ma non riesco a trovare che una sola risposta: per paura di perdere tessere! Di perdere soldi e potere (in realtà 4 soldi e un ben misero potere)!
Ogni organismo tende inevitabilmente a autoconservarsi, è una legge di natura (vedi i partiti, i sindacati, gli ordini professionali ecc.); queste associazioni professionali sono diventate corporazioni che curano i prioritariamente i propri interessi, anche quando vanno contro gli interessi di operatori e utenti.
Per questo li definisco “i signori delle tessere” e, dopo 5 anni di assenza, sono stato “costretto” a riprendere la parola. Operatori, sveglia….
1. Iscrivetevi ai Registri Operatori della Lombardia
(anche se la valutazione delle domande andrà a rilento fino a che saranno tollerati – per eccesso di democrazia – i boicottatori nell’organismo di valutazione).
2. Attivatevi per proporre (o riproporre) una legge per le DBN nelle vs. regioni (se non siete lombardi o toscani) per aprire nuove strade
Quando avremo coinvolto 5 (o più) regioni sarà più agevole far passare una legge nazionale
Il CTS lombardo ha già approvato e condiviso con esponenti di altre regioni una proposta di legge nazionale. "