venerdì 1 febbraio 2013

MAPPE DEI PUNTI RIFLESSI E...

Vi è mai capitato di fare una ricerca su testi o su internet di una mappa di riflessologia plantare che potesse essere soddisfacente e dettagliata?
A me capita spesso...e spesso mi trovo davanti mappe diverse l'una dall'altra, incomplete o con punti poco chiari.
Quando feci il corso, studiai sui testi di Elipio Zamboni e così la mia riflessologia, fa capo alle sue mappe, ma è pur vero che la rilfessologia plantare, ha origine in diverse parti del mondo (cina, giappone, india, egitto ecc ecc) cosicché le mappe stesse, subiscono varie influenze.
Escludendo le mappe incomplete, cioè quelle dove palesemente mancano dei punti riflessi, posso affermare che non trovo errato se il punto del naso ad esempio si trova in alcune mappe all'interno dell'alluce sulla prima falange, piuttosto che sulla parte esterna della seconda falange, oppure se gola-esofago-trachea vengono collocati tra primo e secondo metatarso, o sul lato esterno del primo metatarso vicino la zona cervico dorsale; questo perchè ci sono 3 fattori fondamentali che secondo me, vanno presi in considerazione e sono: l'anatomia e la fisiologia, sensazioni e percezione, e l'intenzione.
Masunaga una volta tracciata la mappa dei meridiani, la strappò dicendo alle generazioni future di shiatsuka, di trovare loro stessi nuove vie energetiche....il che ci porta in parte al discorso che stiamo per affrontare.
L'anatomia è importante nella riflessologia plantare perchè sappiamo che deve riportare fedelmente tutta la struttura umana (organi, visceri, tessuti, apparati ecc) suddivisa sui 2 piedi immaginando la figura dell'uomo al centro dei 2 piedi uniti. Di conseguenza, non potremmo mai trovare il punto del polmone sul tallone...per intenderci.... o come mi è capitato di vedere, il punto del braccio che all'altezza del gomito, si trasformava in gamba (inverosimile e abbastanza raccapricciante se dovessi immaginarlo su un essere umano).
La sensazione e la percezione, sono le cose che secondo me, meglio ci fanno percepire la qualità dei punti perchè ognuno ha una sua caratteristica, ad esempio la vescica urinaria è un ponfetto che si trova tra l'astragalo e lo scafoide che si vede anche ad occhio nudo come anche l'intestino crasso che da una sensazione al tatto, corposa e granulosa (struttura), questo ci permette meglio, di identificare le aree da trattare ed associarle ad un organo o viscere.
L'intenzione invece, è un fattore importante che porta l'operatore a trattare dei punti con la convinzione inconscia (diciamo così) di averli trovati.
Sappiamo che ogni piede è diverso, intendo come struttura, di conseguenza il punto delle ovaie ad esempio, che non è sempre facile da percepire, può variare di qualità o spostarsi di qualche millimetro; così, l'operatore dovrà trovarlo, facendo capo anche alla sua intenzione di voler trattare il punto riflesso delle ovaie.
Se dovessi riprendere l'esempio precedente del punto riflesso del naso, personalmente, lo tratto all'interno dell'alluce (1° falange) perchè la sensazione e l'intento è quello di trattarlo come narice e cavità nasale, mentre lo tratto sul lato esterno dell'alluce (2° falange) se la mia sensazione ed il mio intento è quello di trattarlo come struttura (cartilagini e setto).
Detto ciò, se si fa riferimento all'anatomia, alla sensazione e all'intenzione, la ricerca dei punti viene facilitata e le mappe possono essere personalizzate......senza stravolgerle però!
Trovo sempre complicato a volte spiegare a parole quello che può essere molto più semplice "sperimentare" nella pratica, perciò invito tutti i riflessologi a trovare un personale modo di percepire i punti partendo da una mappa se si vuole, ma evitando di entrare in un meccanismo troppo scolastico.
A presto...
 
Dario

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