lunedì 18 febbraio 2019

OGNI "SHIATSU", È UNA PRIMA VOLTA...


Un paio di settimane fa, chiesi ad una signora, se era la prima volta che riceveva un trattamento shiatsu!
Lei rispose di si e io le dissi che anche per me era la prima volta…
Mi rendo conto oramai a distanza di 20 anni di pratica shiatsu, che non si può considerare come un qualcosa di scontato, ed ogni volta che  eseguo un trattamento, per me è davvero come se fosse la prima volta... Non conosco il mio ricevente finché non entro in contatto con la sua hara ed è solo in quel momento che incomincio a comunicare con lui. A volte mi capita di rivolgermi all'hara che “brontola” e dico: si! Si! Ho capito… ti do attenzione! Posso sembrare uno scemo a parlare con una pancia, ma seppur in tono ironico o scherzoso, è il mio modo di parlare e prestare attenzione a ciò che ha da dirmi perché è l'unico mezzo che ho per capire cosa devo fare. Se non sono in ascolto con me e con l' hara del mio ricevente in quel frangente iniziale del trattamento, tutto il lavoro che ne seguirà, non avrà alcun senso…. Sarà considerabile solo fine a se stesso. 
Consapevole che lo shiatsu è evoluzione, crescita, comunicazione, empatia, interazione, ascolto, percezione, interpretazione….(e potrei aggiungere molto altro), non potrò mai dire di conoscere lo shiatsu fino in fondo finché non mi trovo accanto al mio ricevente è incomincio a trattarlo…..da lì, tutto prende forma, senza fretta, senza aspettative, senza pretese….ascolta te…ascolta il tuo ricevente, non soffocare ciò che senti con l’ansia di trattare….fai in modo che ciò che senti, sia la stessa cosa che sente il tuo ricevente…parlare la stessa lingua, fa sì che il semplice tocco di una mano attenta, si trasformi in “SHIATSU”.

Dario Gabrielli

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