venerdì 13 dicembre 2019

LE MANI...



Nell'arco della mia esperienza, ho appreso che l'osservazione consapevole, è per me fonte di grande spunto per comprendere la “vita” e le sue dinamiche.
Amo osservare ciò che mi circonda ed amo vedere come muta o come interagisce!
Quando vado a lavoro a Roma, il tempo passato in treno, lo trascorro osservando le persone intorno a me e mi rendo conto di quanto ognuno di loro abbia da “raccontare” anche se non parla…. Ma ciò che amo di più e che mi da grande stimolo tanto da dedicarci un articolo sul mio blog, è l'osservazione delle mani.
Si… le mani! Quante cose possono e sanno fare le mani? Ci aiutano a comunicare gesticolando e interpretano il nostro umore, sanno sostenere, proteggono, possono stringersi o lasciarsi andare, possono ferire o accarezzare, sanno accogliere o tenere lontani….ho capito che le mani siamo noi!
Vorrei partire dalle origini osservative del valore che ho dato alle mani e credo che sia la prima forma di contatto tattile visivo che abbiamo dalla nascita. Si pensa che un bambino che nasce, la prima cosa che vede, non è un volto, ma le mani di chi lo tira fuori dal grembo materno! Questa forma di accoglienza, apre un mondo intorno a tutto ciò che le mani sono in grado di fare.
Se mi riferissi alle fasi dell’ameba di cui ci parla Masunaga e lo rapportassi alle mani, potrei dire che ci proteggono, creano una distanza confine con l'ambiente circostante, ma possono anche accogliere e far entrare…immaginate un abbraccio ad esempio.. le mani afferrano chi è davanti a noi e lo avvicinano al nostro spazio vitale (1° fase: confine); le mani ci nutrono, prima ancora che si usasse la forchetta, si mangiava con le mani e quindi un contatto diretto con il cibo portato alla bocca (2° fase: nutrimento); l'ameba è in grado di selezionare ed integrare ciò di cui ha bisogno, le mani non afferrano tutto, prendono solo quello che gli serve per poterlo integrare! ad esempio dato che in questa fase abbiamo come organo il cuore che è connesso con l'emozione della gioia/amore, possiamo dire che le mani, non “accarezzano” il volto di tutti, ma solo di coloro dei quali posso “nutrirmi” di gioia e amore. Questo contatto arriva al nostro cuore che lo integra e lo assimila (3° fase: assorbimento integrazione); Le mani ci proteggono dai pericoli. Li dove la fuga non è sufficiente, le mani lottano per la sopravvivenza allontanando il più possibile il pericolo. Ad esempio quando abbiamo uno spavento, per istinto mettiamo le mani avanti così da creare una distanza dal pericolo. Nelle fasi di terrore, portiamo le mani sul viso con l'intento di coprire gli occhi e non farci vedere (4° fase: fuga dal pericolo); Le mani ci consolano quando abbiamo un dolore…immaginate di battere un gomito! La prima cosa che si fa per istinto, è quella di portare la mano sulla parte ed iniziare a massaggiare per attenuare il dolore. (5° fase: protezione e circolazione); le mani sanno scegliere e sanno farsi largo per trovare una direzione. Immaginate di camminare tra la folla... Le mani vi aiuteranno a farvi largo tra di essa dandovi la possibilità di direzionarvi (6° fase: scelta della direzione)
Se rendessi l'idea delle mani nella nostra vita quotidiana, sarebbe più immediata come osservazione, ma il punto è che non siamo abituati a dare valore alle nostre mani…le usiamo in continuazione, senza dare peso alla ricchezza che sanno darci. Io che opero come Shiatsuka e riflessologo, se non interpretassi quello che mi arriva dalle mani, non potrei mai fare bene questo lavoro! È fondamentale che le nostre mani, sappiano accogliere, sappiano nutrire, sappiano amare, sappiano proteggere e sappiano scegliere. Se ho capacità, loro sapranno come guidarmi! 
Accogliamo i nostri riceventi con una stretta di mano e li contattiamo in trattamento, mettendo una mano in hara (addome)…. Cos'altro si dovrebbe aggiungere per far comprendere che le mani sono un'infinità di cose?
Diamo valore al loro potere, diamo importanza ai gesti, alla forma e alle capacità delle nostre mani! Si può imparare molto da loro.



Le mani, gli strumenti della mente, senza la quale il pensiero è una chimera.

(Alain Aslan)

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