lunedì 11 marzo 2013

IL RICEVENTE ROBOT.

Buongiorno a tutti,
volevo oggi affrontare un argomento che per quanto possa passare in secondo piano per certi aspetti, credo che invece nella realtà del trattamento, abbia una rilevanza notevole ed una percentuale molto alta di casi.....sto parlando del "ricevente robot".
Mi spiego meglio...avete presente quelle persone che durante il trattamento, sono così rigide che si muovono a scatti o che non riuscite semplicemente a piegare un gomito che in quel momento sembra saldato, o che durante una rotazione ad esempio della spalla, vi accorgete che è il ricevente stesso a creare e ad anticipare il movimento rendendo tutti i vostri sforzi inutili? Bene, io li chiamo i riceventi robot!
Parlando con colleghi e anche con allievi dei miei corsi, mi rendo conto che questo fenomeno è parecchio diffuso tanto che è diventato parte anche del mio programma deontologico durante i corsi. Ma da che cosa dipende tale atteggiamento?
I fattori possono essere tanti,  ma li riassumerei in questi principali:
1) Inibizione da imbarazzo del primo trattamento (l'approccio tra due persone che non si conoscono e che devono entrare in contatto attraverso il massaggio; si tramuta in ansia che porta il ricevente ad avere atteggiamenti vigili, tipo occhi aperto durante la seduta e anticipo del movimento come nel caso di rotazioni o allungamenti. I soggetti che rientrano in questa categoria, sono persone che spesso non hanno mai ricevuto un massaggio e di conseguenza sentono la necessità di dover controllare.
2) Inibizione da meccanismo psicosomatico (ovvero un trauma psicologico che si riflette sul corpo portandolo ad irrigidirsi. Può accadere ad esempio nel caso di persone che soffrono di rabbia repressa....dato che la rabbia è governata dalla loggia legno (fegato-vescica biliare), può tramutarsi in rigidità del corpo in concomitanza con la funzione di controllo di VB sui tendini e quindi crare un Jitsu che altera la loro reale natura di essere elastici.
3) Inibizione da dolore (spesso le persone si contraggono sotto la sensazione di dolore, questo perchè il corpo tende ad irrigidirsi come meccanismo di difesa, per proteggersi e non sentire ulteriore dolore).
La cosa migliore da fare in questi casi è, o trovare una posizione adatta che ci permette di lavorare sulla parte anche se dolente creando così una condizione di tolleranza, o lavorare la parte sana per ristabilire grazie al circuito energetico, la zona dolente.
4) Inibizione da funzione enrgetica. (Ogni tipo di rigidità del corpo, a seconda di come si manifesta anche in base a quello che abbiamo detto sopra, ha comunque a che fare con un movimento energetico, che ne identifica la natura. La rigidità del corpo, di solito è associata alla loggia legno, perchè governa l'elasticità e la flessibilità, ma non sempre dipende da questo, possono subentrare altri meridiani che possono incidere su tale atteggiamento. Può ad esempio interessare polmone legato al contatto...quindi l'operatore che tocca la pelle del ricevente...bisognerebbe capire in tale caso, la funzione ad esempio di controllo che il polmone ha sul contatto e la distanza che diamo agli altri....cioè quanto permetto alle altre persone di invadere il mio spazio. Se la soglia è bassa, il contatto può creare rigidità (in tal caso, ce ne accorgiamo attraverso il respiro che si blocca durante il contatto in hara....ad esempio). Potrebbe dipendere anche dalla funzione di Triplice, connesso con il suo ruolo di protettore che irrigidisce il corpo come nel caso dei dolori articolari dato che governa le capsule articolari (lo si può notare ad esempio durante la rotazione delle articolazioni).

Insomma, si potrebbero fare una miriade di esempi sulla natura di tale fenomeno, quello che c'è da capire però, è come comportarsi quando incappiamo in una situazione come questa; senza dubbio, non dobbiamo innervosirci e prendercela con il ricevente se non riusciamo a lavorare come vorremmo o dire "si rilassi", perchè non dipende da loro; quello che invece dobbiamo fare, è avere la capacità e la lucidità di valutare la natura dell'atteggiamento e dare la giusta chiave di lettura che ci permetterà di trovare la strada da percorrere per meglio aggirare quest'ostacolo inibitorio che non è altro che la corteccia di una situazione più profonda.
Quindi, quando ruotate un braccio e vedete che non è possibile perchè si irrigidisce o vi anticipa il movimento, lasciate stare....non forzate, perchè nella forzatura, creiamo una situazione peggiore sia di chiusura dei canali energetici, sia di maggior rigidità. Lavorate magari l'atro braccio se vi permette, o cambiate posizione.....Lo scopo principale, è quello di capire cosa succede passo dopo passo e dare il giusto tempo per migliorare le cose.....e le cose cambieranno indipendentemente dal nostro volere o insistere, perchè solo operando nella maniera corretta, avremo dei risultati.
Ricordate? "Stare e non fare"......e tutto verrà da se!
A presto
Dario

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